Si sente spesso in TV porre la seguente domanda agli esperti: “quanti dei morti segnalati in questi giorni sono morti CON il virus COVID-19 e quanti invece A CAUSA del virus?”

La domanda è giusta, la risposta come sempre comporta una serie di “dipende”. Esaminiamo alcuni casi paradigmatici.

Caso A) morti per i quali il virus ha un peso (quasi) nullo: esempio, una persona muore d’infarto e risulta positiva al tampone.

Caso B) morti per i quali il peso del virus è (quasi) 100 per 100: soggetto giovane e apparentemente sano che si ammala di polmonite (quasi certamente) da coronavirus, e muore.

Caso C) soggetto già più o meno compromesso (gravi malattie croniche, tumori in fase avanzata, ecc), nei quali il virus anticipa, di pochi giorni o di pochi mesi, il decesso.

Ecco, forse la responsabilità del virus potrebbe essere concettualmente essere espressa dal tempo di vita sottratto: zero nel caso A, molti anni nel caso B (non molti ma comunque un certo numero anche nel caso dell’ottantenne), settimane o mesi nel caso C.
L’alta concentrazione temporale di morti che rientrano nel caso C, che hanno portato alla tristissima sfilata di bare vista anche sui social e in TV, dovrebbe tradursi in una minore mortalità nelle settimane e nei mesi prossimi. Alla fine i conti si faranno su un anno intero, e allora potremo stimare l’eccesso di mortalità attribuibile al COVID.
Eccesso di mortalità = morti osservati (in un periodo di tempo, es un anno) – morti attesi (per lo stesso periodo). In Italia possiamo stimare che muoiano circa 140 persone / settimana per ogni milione di abitanti.
PS: notare l’uso di termini come “quasi” e “forse”.