Un recente studio comparso sul British Medical Journal (Vicedo-Cabrera AM et al. Short term association between ozone and mortality: global two stage time series study in 406 locations in 20 countries. BMJ 2020;368:m108 | doi: 10.1136/bmj.m108) ha valutato i rischi sulla mortalità a breve termine e l’eccesso di mortalità associati all’esposizione all’ozono in diverse città del mondo: 406 città in 20 paesi (tra cui l’Italia), a partire dal database Multi-Country Collaborative Research Network.

Un totale di oltre 45 milioni di morti sono state analizzate. In media, un aumento di 10 µg / m3 di ozono durante il giorno studiato e quello precedente, era associato a un rischio relativo complessivo di mortalità giornaliera di 1,0018 (cioè un aumento dello 0,18%), con oscillazioni da oltre 1,0020 nel Regno Unito, in Sudafrica, Estonia e Canada a meno di 1.0008 in Messico e Spagna. È stato possibile calcolare un eccesso di mortalità dovuta un’esposizione all’ozono superiore ai livelli massimi di fondo (70 µg / m3): 8.203 decessi annuali in eccesso in tutte le 406 città studiate. Oltre 40.000 decessi ogni anno, corrispondenti allo 0,20% della mortalità totale, sarebbero stati evitabili se i Paesi avessero implementato gli standard di qualità dell’aria più rigorosi, conformi a le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questo ampio studio multinazionale rafforza l’evidenza di una potenziale associazione causale tra eccesso di ozono nell’aria e rischio di mortalità.