Se vogliamo fare il punto sulla utilità degli integratori alimentari e degli interventi dietetici, non perdiamoci la revisione di Safi U. Khan e coll. “Effects of Nutritional Supplements and Dietary Interventions on Cardiovascular Outcomes: An Umbrella Review and Evidence Map” da poco uscita su Annals of Internal Medicine:

https://annals.org/aim/article-abstract/2737825/effects-nutritional-supplements-dietary-interventions-cardiovascular-outcomes-umbrella-review-evidence?doi=10.7326%2fM19-0341

Si tratta di una “revisione a ombrello”, dunque una revisione di revisioni, in pratica tutta la letteratura scientifica esistente sull’argomento. Sono state selezionate nove revisioni sistematiche e 4 nuovi studi randomizzati per un totale di 277 studi, 24 tipi di intervento e quasi un milione di persone coinvolte! Sono state generate 105 meta-analisi.

I risultati in breve.
Prove di “moderata affidabilità” che una ridotta assunzione di sale riduca il rischio di mortalità (per tutte le cause) nei soggetti con pressione normale (rischio relativo [RR], 0,90 [intervallo di confidenza al 95%, 0,85-0,95]) e di mortalità da causa cardiovascolare negli ipertesi (RR, 0,67 [da 0,46 a 0,99]).

Prove di “scarsa affidabilità” che gli omega-3 polinsaturi a catena lunga (LC-PUFA) riducano il rischio di infarto del miocardio (RR, 0,92 [IC95% 0,85-0,99]) e di malattia coronarica (RR, 0,93 [IC95% da 0,89 a 0,98]).

L’acido folico sarebbe associato a un minor rischio di ictus (RR, 0,80 [IC95% da 0,67 a 0,96]; “affidabilità scarsa”).

Calcio + vitamina D aumenterebbero il rischio di ictus (RR, 1,17 [IC95% da 1,05 a 1,30]; “moderata affidabilità”).

Nessun effetto significativo sulla mortalità o sugli esiti di tipo cardiovascolare per quanto riguarda altri integratori alimentari, come la vitamina B6, la vitamina A, i multivitaminici, gli antiossidanti, il ferro e vari provvedimenti dietetici come la riduzione dell’assunzione di grassi (affidabilità da “molto bassa” a “moderata”).