Questo testo è tratto, con modifiche personali, dal sito http://associali.it/

L’Associazione Alessandro Liberati – Network Italiano Cochrane (Associazione Alessandro Liberati – NIC) nasce nel nome di questo grande epidemiologo, mai abbastanza rimpianto, con il quale ho avuto l’onore di lavorare per alcuni anni e dal quale ho tanto imparato.

È il proseguimento naturale di AREAS-CCI (acronimo di “Associazione per la Ricerca sulla Efficacia della Assistenza Sanitaria – Centro Cochrane Italiano”), Associazione anch’essa senza fini di lucro, fondata nel 1996 a Milano.
L’associazione intende promuovere le attività della Cochrane Collaboration. Nasce senza fini di lucro, ha finalità sia scientifiche che di solidarietà sociale e si prefigge una serie di attività nel campo dell’assistenza socio-sanitaria, rivolte a operatori sanitari e alla popolazione in generale.

Una di queste è la sperimentazione di iniziative innovative di diffusione e disseminazione dei risultati della ricerca scientifica sull’efficacia degli interventi sanitari e socio-sanitari. L’impronta distintiva è senz’altro il riferimento alla cultura della medicina basata sulle prove di efficacia (Evidence-based Medicine). L’associazione sostiene attività di ricerca e di formazione anche in collaborazione con Istituzioni Universitarie, e pone particolare enfasi sulle metodologie per la valutazione dell’efficacia e della qualità degli interventi sanitari.

Queste iniziative di formazione e approfondimento non si fermano alla pur importante valutazione critica della qualità della letteratura scientifica. Vengono infatti promosse iniziative aventi come obiettivo l’approfondimento delle implicazioni etiche e sociali delle scelte nel campo delle politiche sanitarie e assistenziali e dunque l’interazione con le Autorità Sanitarie e le Agenzie Regionali e Nazionali incaricate di promuovere l’innovazione e la qualità della assistenza nel Servizio Sanitario Nazionale Italiano.

Questo riflette bene, a mio parere, il pensiero di Alessandro, che aveva a cuore l’analisi critica e lucida della letteratura scientifica, ma altrettanto si preoccupava dell’implementazione di interventi di qualità nel mondo degli operatori della salute. Non solo occhi attenti alla ricerca tradizionale, ma anche e forse soprattutto all’analisi organizzativa, nel tentativo di superare le barriere al cambiamento nelle strutture sanitarie. E ancora, l’avvio di iniziative rivolte ai cittadini e alle loro associazioni per la promozione e acquisizione di un atteggiamento critico nei confronti dell’utilizzo dei servizi socio-sanitari; iniziative mirate a stimolare il coinvolgimento attivo di questi attori così importanti, e così troppo trascurati, che sono i pazienti e anche i semplici cittadini.